Mosca: bagno di sangue nel metrò

29 Mar 2010

Come a Londra e a Madrid a morire sono gli innocenti. Due gli attentati terroristici a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro. Alle 7.56 è esploso il primo ordigno alla stazione della Lubianka, linea rossa. Hanno perso la vita sia passeggeri sul treno che quelli che erano sul binario in attesa di salire a bordo. Alle 8,37 un secondo ordigno è saltato in aria sulla stessa linea, ma quattro fermate più a sud, nella stazione Park Kultury, quella resa famosa dal film “Gorky Park”.

I due attentati sono avvenuti nel cuore di Mosca: il primo a poche centinaia di metri dal Cremlino, proprio sotto al palazzo dei servizi segreti, l’ex Kgb; il secondo,  nei pressi del nevraligico primo anello stradale e circolare del metrò.

Decine sono le vittime di questa azione terroristica. Il bilancio della tragedia è spaventoso: 40 sono i morti ed 84 i feriti gravi. Centinaia di persone sono state curate negli ospedali,  ad alcune è stata fornita assistenza psicologica.

Le 8 del mattino sono un’ora di punta. In metropolitana si viaggia schiacciati come sardine e le strade in superficie sono bloccate per il traffico. Le autorità capitoline hanno chiesto ai moscoviti di limitare l’uso dell’automobile per andare in centro.  Numerosi feriti sono stati evacuati soltanto con l’uso di elicotteri.

Nonostante le immediate misure prese dal Municipio il già caotico traffico di Mosca è letteralmente impazzito. Migliaia di persone hanno preso d’assalto le fermate degli autobus, i taxisti hanno quintuplicato il costo dei viaggi.  Il centro della capitale, megalopoli con circa 13 milioni di abitanti, è rimasto paralizzato per ore, per normalizzarsi solo nel pomeriggio.

No al panico“, è stato l’appello lanciato dal Patriarca Kirill. Numerose sono le telefonate, ricevute da giornali e radio o alla polizia, con denunce di pacchi sospetti o di avvenute esplosioni. Tutti i capi delle principali confessioni hanno dichiarato che “nessuna religione giustifica la violenza”, un modo per anticipare eventuali azioni di vendetta.

Nei giorni scorsi era stato eliminato in Caucaso il presunto autore del deragliamento del treno superlusso “Nevskij Express” l’anno passato, ma era stata data la notizia anche dell’arresto di un gruppo di fascisti-nazionalisti con l’obiettivo di organizzare azioni terroristiche nella capitale.  Secondo i primi rilevamenti gli attentati sono stati portati a termine da due kamikaze (probabilmente le famigerate “vedove nere”) con ai fianchi cinture con un esplosivo di circa 3 chilogrammi di dinamite ciascuna.  Due donne ed un uomo sono ricercati come componenti del commando di terroristi.

La pista radicale-caucasica è quella più seguita dagli inquirenti.  Secondo il professor Enver Kisriev, docente di studi caucasici all’Accademia delle scienze,  l’attentato può essere opera o di ceceni o di ingusci o di daghestani. Soprattutto nelle ultime due repubbliche la crisi socio-economica è più pesante e i gruppi di estremisti riescono a reclutare militanti, aiutati dalla mancanza di “dialogo col potere locale e con quello centrale moscovita”. Gli attentatori, stando ad una ricostruzione del quotidiano ‘Kommersant’, sarebbero giunti nella capitale dal Caucaso a bordo di un autobus di linea pieno di commercianti. Le due kamikaze avrebbero preso il metrò alla fermata Vorobiovskie gory e non alla Jugo-zapadnaja, come si pensava in un primo momento.

Il presidente Medvedev ed il premier Putin hanno promesso di eliminare fisicamente i terroristi. Il primo ministo ha dichiarato che per gli inquirenti è una “questione d’onore” “stanare questa gente dalle fogne“. Al Consiglio della Federazione alcuni senatori parrebbero voler far ripristinare la pena di morte, congelata dal 1996 dall’adesione della Russia al Consiglio d’Europa. La visita dell’ambasciatore americano ai luoghi del massacro ha destato profonda impressione, un segnale questo ulteriore del miglioramento delle relazioni bilaterali.

Questo è il nono attentato alla metropolitana moscovita, che ogni giorno trasporta 5,5 milioni di passeggeri.  Il 6 febbraio 2004 si registrò il più grave con 41 morti. Vennero anche questa volta colpiti i pendolari ma sulla linea verde.

I Falchi come risposta al terrorismo? – 29.03 con aggiornamenti.

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